Gli ulivi secolari sono probabilmente il simbolo più conosciuto e diffuso della Puglia, sono i giganti delle campagne.
Furono i primi navigatori fenici e greci a diffondere la coltivazione degli olivi in questa zona dell’Italia meridionale, proseguita poi dagli Arabi e dai Romani.
Fin da subito ci si accorse delle numerose proprietà di questa pianta e dei numerosi doni che poteva regalare all’uomo: proprietà lassative e benefici per la coliciste, epatoprotettore, emolliente locale… Il decotto di foglie e corteccia viene utilizzato ancora oggi per combattere reumatismi, ipertensione arteriosa, emorroidi e per disinfettare piaghe e ferite. In farmacia entra a far parte di linimenti, pomate e unguenti. In campo cosmetico, l’olio di oliva serve per fare saponi. I noccioli delle olive sono un ottimo combustibile. Ecco perché dunque la pianta dell’olivo non si taglia mai.
Man mano che un olivo invecchia, diventa sempre più bello: il tronco, grigio-verde e liscio fino al decimo anno circa, diviene nodoso, scabro con solchi profondi e contorto ed assume colore scuro. Oggi ci sono piante di olivo che contano centinaia d’anni.
L’olivo più vecchio del mondo ha duemila anni e si trova nella città di Bar in Montenegro, anche se si ritiene che pure in Puglia siano numerosi gli olivi millenari. L’olivo più grande del mondo si trova nella frazione di Canneto, a Fara (tra Rieti e Roma): apparteneva ai monaci di Farfa, e fu acquistato nel 1870 dalla famiglia Bertini, pertanto si trova in una proprietà privata: vanta una circonferenza del tronco di 7 metri e 14 metri di altezza, e tanto di cartello che annuncia le sue dimensioni e la sua storia.
In Puglia si contano oltre 60 milioni di ulivi di cui 15 milioni sono ultracentenarie e cinque milioni di ulivi sono considerati secolari monumentali e sottoposti a particolare tutela.
Gli ulivi secolari, come quelli delle campagne di Ostuni o a Rodi Garganico, sono veri e propri monumenti viventi, da proteggere, conservare, difendere, perché ciò significa anche preservare quell’equilibrio di risorse, di flora, e di fauna tipiche della Puglia.
Muretti a secco che corrono lungo le vie d’accesso, antiche masserie restaurate, vegetazione rigogliosa, macchia mediterranea, aranceti, campi profumati di fiori, vigneti tra i campi, e distese infinite di oliveti secolari: è questa la Puglia, il tacco d’Italia.
Gli alberi pugliesi non sono solo patrimonio della Puglia ma dell’Italia, dell’Unione Europea e del mondo intero.
In Puglia una legge regionale disciplina la tutela, la manutenzione e valorizzazione di particolari piante di ulivi secolari di questa regione, con agevolazioni per gli agricoltori proprietari di ulivi monumentali che dovrebbero avere priorità nei finanziamenti regionali. La legge ne proibisce l’abbattimento, ma purtroppo negli ultimi anni si assiste ad un nuovo business: l’espianto e la vendita degli ulivi secolari che si acquistano, spendendo dai 2 a 8-10 mila euro a pianta, per arredare i giardini del nord Italia e dell’Europa centrale.
E se non vengono venduti, finiscono soffocati dal cemento.