L’Olea europaea, l’olivo, è una specie sempreverde tipicamente mediterranea, che ha esteso notevolmente il proprio areale di diffusione.
E’ molto longevo e presenta tronco irregolare, contorto soprattutto negli esemplari vecchi. È una specie ad accrescimento lento, con legno durissimo impiegato per lavori di intarsio e ebanisteria, o come combustibile.
Le foglie sono semplici, lanceolate e opposte, hanno consistenza coriacea e presentano colore verde chiaro nella pagina superiore, argenteo nella pagina inferiore.
I fiori sono bianchi e poco appariscenti, ermafroditi e sbocciano da aprile a giugno.
Le forme selvatiche hanno rami spinescenti, foglie più brevi e frutti più piccoli e meno polposi.
Il frutto è una drupa ovale e oleosa, dapprima verde, poi più scuro. Le olive in natura sono molto amare a causa del contenuto in polifenoli: per renderle commestibili è necessario sottoporle a trattamenti specifici, ad esempio la fermentazione naturale, oppure metodi artificiali.
Per via del frutto commestibile l’olivo viene coltivato fin da tempi antichissimi, rappresentando un punto di forza per l’economia dei popoli mediterranei. Oggi l’Italia è tra i maggiori Paesi produttori di olive nel mondo.
La pianta di Olea europaea è molto conosciuta nella omeopatia per le sue proprietà come febbrifuga, ipoglicemizzante, diuretica e, soprattutto, ipotensivante e per merito dell’oleuropeoside; inoltre è considerata spasmolitica ed antiossidante. Le foglie di olivo possono essere impiegate nelle forme di ipertensione arteriosa ove determinano ipotensione tramite un meccanismo di vasodilatazione periferica; riducono inoltre la viscosità ematica e facilitano la diuresi. Decotti sono impiegati per lavare piaghe o ferite e, come collutorio. Le gemme agiscono sui vasi arteriosi e a livello del metabolismo lipidico e glucidico.
Le olive di Olea europaea, da cui si ricava l’olio venivano un tempo raccolte tramite la bacchiatura cioè percuotendo le piante con una lunga e robusta pertica (bacchio) per farle cadere a terra: una tecnica superata perché dannosa per la pianta, ma ancora in uso in alcune zone dell’Italia meridionale.
In Puglia, si può ammirare il paesaggio dei trulli e le infinite distese di Olea europaea che forniscono oltre 490.000 tonnellate di olive e quasi 90 mila tonnellate di olio; in Calabria si annovaerano oltre 190mila ettari di oliveti, con 1.134 frantoi e una produzione di olive che supera sempre le 200mila tonnellate; in Campania si contano 8 milioni e mezzo di Olea Europea, e una produzione di olive che supera le 40mila tonnellate: le varietà più diffuse sono Ravece, Minucciola e Sessana; in Molise ben 13mila ettari sono dedicati a questa coltivazione e la produzione supera le 5 mila tonnellate; nelle campagna di Verona quella della coltivazione dell’olivo era un tempo la principale attività agricola esercitata in loco.